ThE)AreS wrote:Favorevolissimo purchè siano controllati e siano usati per fare del bene al mondo e non per arricchire due-tre persone.
hai toccato un punto molto importante dell'argomento matteo, al momento ci sono solo 2/3 multinazionali che stanno commercializzando sementi geneticamente modificate, tutte quante americane, tra le quali spicca la monsanto, azienda leader nel setore dei disseccanti totali che sta portando avanti da alcuni anni una ricerca (di origine europea) su mais resistenti al glifosate, un diserbante totale tra i piu' utilizzati al mondo.
l'ostracismo delle nazioni europee in materia nn fa altro che favorire queste multinazionali che stanno invadendo il mercato extraeuropeo.
il grosso problema sono i governi che pur di nn turbare un elettorato totalmente ignorante in materia evitano di fare proposte concrete per lo sviluppo delle biotecnologie a scopo di lucro.
tutti i vari santoni che profesano la nocivita' di questi prodotti nn hanno alcun titolo per poter affermare la dannosita' o l'innoquita' per l'uomo e per gli animali, parlano per punto preso e basta, se fossero effettivamente dannosi nessuna azienda di un certo livello si arrischierebbe a mettere in commercio materiale di basso profitto per poi pagare miliardi di euro in danni agli eventuali danneggiati.
avere varieta' di ortaggi o cereali resistentio ai parassiti significa una sola cosa, un minor impiego di antiparassitari, delle rese maggiori ma soprattutto la possibilita' per i paesi sottosviluppati di sfamarsi, coltivando varieta' meno sensibili alle varie calamita'.
in medicina sono piu' di 30 anni che tutta l'insulina viene prodotta tramite un batterio geneticamente modificato eppure di questo nn ne ha mai parlato nessuno, anzi un diabetico puo' solo dire grazie alle biotecnologie.
in italia ci sono alcuni enti pubblici che stanno portando avanti a livello sperimentale delle ricerche atte alla protezione delle varieta' tipiche locali, ormai troppo vecchie e imposibili da coltivare in certi areali, quali il pomodoro san marzano nella provincia di salerno, il cocomero nero della val di chiana o il peperoncino calabrese.
se usate nel giusto modo possono solamente avere dei vantaggi, l'importante e' che oltre la ricerca genetica delle aziende ci sianop anche dei controlli approfonditi da parte di enti che controllino certosinamente ogni possibile controindicazione.